L’idronefrosi prenatale
L’ecografia fetale in epoca prenatale permette di individuare condizioni cliniche anomale da monitorare e seguire sin dalla nascita, coinvolgendo già in corso di gravidanza il ginecologo, il nefrologo o l’urologo. Per illustrare l’importanza dell’ecografia, si consideri, ad esempio l’idronefrosi prenatale, una delle condizioni maggiormente diagnosticate in gravidanza e che può coinvolgere uno o entrambi i reni del nascituro e non comporta alcun sintomo. Come noto i reni producono urine e ogni rene ha 2 parti. Una parte filtra il sangue e rimuove l’eccesso di scorie, sale ed acqua. Una parte raccoglie le urine.
Le infezioni delle vie urinarie
Nell’idronefrosi, malformazioni delle vie urinarie possono causare ritenzione di urina che rendono i reni gonfi e più grandi del normale. È necessario quindi eseguire ecografie di controllo per sapere se uno o entrambi i reni sono idronefrotici e valutare la quantità di liquido amniotico cioè del liquido che circonda il bambino in utero. Le infezioni delle vie urinarie possono essere causate dalle suddette malformazioni. Infezioni recidivanti possono portare a insufficienza renale. La profilassi antibiotica può in molti casi prevenire queste infezioni. Spesso è utile eseguire nei primi mesi di vita una scintigrafia renale, una cistografia o una cistoscopia. Altre patologie congenite o genetiche possono essere diagnosticate precocemente come le uropatie malformative (48% del totale dei bambini con IRC), le ipodisplasie renali bilaterali (18%) cioè reni piccoli e malformati, malattie cistiche (10% circa). Anche in queste condizioni, la diagnosi precoce permette di controllare al meglio la evoluzione della malattia. che, se riconosciuta sin dall’infanzia permette una migliore sopravvivenza della funzione renale. Alcune malattie renali del neonato sono causate da assunzione di farmaci in gravidanza (antipertensivi, analgesici, antibiotici). L’informazione della mamma è fondamentale per evitare queste condizioni assolutamente prevenibili.
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