Tu sei qui:

Quando nasce un bambino, nasce anche una mamma

La nascita di un figlio segna un passaggio molto delicato nella vita dei genitori e, in particolare, della mamma. L’attesa della gravidanza dona alla diade madre – bambino la possibilità di conoscere i ritmi dell’altro, di ascoltarsi e di cullarsi in un dialogo intimo, viscerale. Per la donna in attesa, il bambino che aspetta è una parte di lei, del suo corpo, della sua mente. Prendendosi cura di sé, la mamma automaticamente si prende cura e nutre, fisicamente ed emotivamente, anche il suo bambino. Questa relazione corporea e profonda pone le basi per l’accoglimento del bambino e per un sano legame di attaccamento.

Con il parto si instaura un dialogo armonioso e simbiotico tra l’istinto materno del prendersi cura del neonato e la predisposizione del bambino a cercare il seno, a farsi accudire e nutrire. In questa fase il canale preferenziale per la relazione è il tatto, o meglio il con-tatto, accompagnato dal ritmo respiratorio, dal battito cardiaco, dall’odore e il calore della pelle e dal linguaggio del corpo materno che  comunica presenza e amore.

 

Un canale privilegiato

In quanto promotore di una maggiore competenza nell’interazione precoce, l’allattamento accresce la fiducia della madre verso il bambino e verso se stessa e diventa, quindi, un canale privilegiato per la relazione. Sappiamo che la mancanza di sicurezza nelle proprie capacità materne o nella relazione col proprio bambino determina atteggiamenti iperprotettivi e di simbiosi prolungata, ovvero vissuti ansiosi e negativi. Non si tratta, dunque, semplicemente di offrire del latte, ma di creare un legame, stabilire dei ritmi che accompagneranno la madre e il bambino verso una prima forma di adattamento e di comunicazione affettiva e relazionale che resterà nella loro memoria per sempre. La mamma impara così a conoscere, anche inconsapevolmente, le caratteristiche del proprio bambino, il suo ritmo di suzione, le sue preferenze, mentre il bambino inizia a riconoscere il corpo della mamma, il suo odore, la sua voce, il suo calore.

 

Come allattare serenamente

Per molti genitori il post parto rappresenta uno dei momenti più faticosi della vita familiare. Effettivamente, in particolar modo per la madre, è un periodo di grossi cambiamenti fisiologici, emotivi e relazionali con il partner e il bambino. Spesso le donne si sentono catapultate fuori dal mondo ovattato e protetto della gravidanza e riportano la mancanza di un supporto empatico ed emotivo, che possa accompagnarle e contenerle anche nella gestione pratica e quotidiana del neonato. Sentimenti di inadeguatezza, il timore di non riuscire a provvedere da sole alla sopravvivenza del bambino, o il non sentirsi all’altezza delle proprie aspettative sul ruolo materno rischiano di scontrarsi con il mondo relazionale ed affettivo fantasticato durante la gravidanza.

Per allattare serenamente, invece, bisogna ascoltarsi e accettarsi, fidarsi del proprio corpo e della propria relazione con il bambino, altrimenti rischia di divenire un comportamento meccanico, sempre più patologico, fonte di delusioni  e carico di ansia. Se per la mamma allattare rappresenta un compito troppo oneroso da sostenere, piuttosto che farsi dominare da vissuti di colpa o da fattori sociali e culturali coercitivi,  sarebbe opportuno trovare un’altra modalità per esprimere al meglio il proprio potenziale materno.

 

L’importanza del papà e della rete sociale

Più che istruire la mamma e il papà con criteri eterocentrici, basati sulla delega delle competenze materne, bisognerebbe sostenere i loro processi di crescita e la relazione con il neonato, aiutandoli ad incrementare la stima di sé come genitori, l’autoefficacia e l’autodeterminazione. Avere la possibilità di appoggiarsi su una rete di sostegno o di confrontarsi con altre mamme può essere di grande aiuto, ma è ancora una volta il papà ad avere un ruolo centrale nella protezione della relazione madre bambino durante l’allattamento, sia in termini pratici e concreti, sia in termini emotivi, comunicando protezione e fiducia alle proprie compagne.

Articolo a cura della dott.ssa Rossella Aromando, Psicoterapeuta e Specialista in terapia relazionale integrata del team di Neuropediatria e Psicologia Clinica dell’età evolutiva del Gruppo Bios.

Per saperne di più sull’importanza dell’allattamento materno anche dal punto di vista nutrizionale, basta un click qui!