Quanto dobbiamo avere paura del nuovo Coronavirus cinese?
Un certo allarme è stato sollevato dalle autorità sanitarie internazionali sulla diffusione del nuovo Coronavirus (nCoV 2019), tanto da portare l’Oms a dichiarare l’emergenza globale. Questo nuovo virus non era mai stato incontrato prima nell’uomo. Molti dei primi pazienti infetti lavoravano o frequentavano il mercato all’ingrosso della città cinese di Wuhan, dove si vendono anche animali vivi e appena macellati. Infatti spesso i nuovi e preoccupanti virus hanno origine negli animali ospiti, come per l’ebola, l’influenza o per gli altri Coronavirus quali quelli della sindrome respiratoria acuta grave (Sars) e la sindrome respiratoria mediorientale (Mers).
I precedenti
Sia la Sars che la Mers sono state entrambe causate da Coronavirus: nel 2002 il Coronavirus della Sars si è diffuso praticamente senza controllo in 37 paesi, causando un panico globale, infettando più di 8.000 persone, uccidendone circa 800. Il Mers, trasmesso agli uomini dal dromedario, ebbe una minore facilità di trasmissione interumana, ma una maggiore letalità, avendo provocato la morte di circa il 35% delle 2500 persone infettate.
Il Coronavirus 2019
Facciamo chiarezza! Il pericolo del Coronavirus 2019 (nCoV 2019) deriva dalla dimostrata capacità di trasmettersi da uomo a uomo, confermata da molti ricercatori, e dalla possibilità di contagio da parte di persone ancora in una fase asintomatica della malattia. L’epidemia è iniziata da pochi mesi ma si è diffusa rapidamente, interessando ai primi di febbraio oltre 20.000 pazienti (quasi tutti in Cina) e provocando oltre 400 morti. Pur essendo diffusa in 25 diversi Paesi nel mondo i casi confermati al di fuori della Cina sono solo 150 con un solo decesso. Al momento ci sono stati solo 2 casi confermati in Italia, mentre le altre persone testate per il virus si sono rivelate tutte negative. Il numero effettivo di persone che hanno contratto il virus potrebbe tuttavia essere più alto, poiché le persone con sintomi lievi potrebbero non essere state individuate.
Gli studi
Studi epidemiologici indicano come il tasso di riproducibilità del nuovo CoV sia di 2,7 (una persona infetta ne contagia 2 o 3) e che quindi il numero degli infetti a fine gennaio oscillerebbe tra 75.000 e 130.000, quasi tutti in Cina. Pertanto la mortalità di questa infezione non sembra particolarmente alta, attestandosi su circa il 2% dei casi accertati, ma riducendosi di molto se gli infetti fossero molti di più come è stato stimato. Infatti vengono segnalati in Cina solo i casi accertati, cioè i più gravi che vanno in ospedale e non i casi lievi che si risolvono spontaneamente.
I sintomi da Coronavirus
I sintomi più comuni dell’infezione da Coronavirus includono febbre, tosse e difficoltà respiratorie, sono infatti molto simili ai sintomi delle comuni sindromi influenzali, includendo il naso che cola, mal di testa, tosse, gola infiammata, febbre, una sensazione generale di malessere. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte. In particolare, i Coronavirus umani di solito causano malattie del tratto respiratorio superiore lievi o moderate, che come il comune raffreddore durano un breve periodo di tempo. A volte però possono causare malattie del tratto respiratorio inferiore, come la polmonite: questo avviene più frequentemente nelle persone con preesistenti patologie croniche dell’apparato cardio-vascolare e/o respiratorio, e nei soggetti con un sistema immunitario indebolito, nei neonati e negli anziani, dove si possono manifestare insufficienza degli organi. Molti di coloro che sono morti per il nCoV 2019 non erano in buone condizioni di salute per altre cause, così come avviene per l’influenza stagionale.
Trattandosi di una polmonite virale, gli antibiotici non servono a nulla e i farmaci antivirali antiinfluenzali non funzionano. Il ricovero in ospedale permette di ricevere un sostegno per l’insufficienza respiratoria e degli altri organi, oltre ai liquidi; il recupero dipende dalle condizioni generali del paziente e dalla capacità di risposta del sistema immunitario.
Come si trasmettono
I Coronavirus umani si trasmettono da una persona infetta a un’altra attraverso: la saliva, la tosse e starnuti o con contatti diretti personali (come toccare o stringere la mano e portarla alle mucose); toccando un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi. Tuttavia il virus sopravvive molto poco nell’ambiente per cui le infezioni sono prevalentemente legate a contatti diretti.
Accorgimenti per ridurre il rischio di infezione
- Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con soluzioni alcoliche;
- Starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso,
- Evitare di toccare gli occhi, il naso o la bocca con mani non lavate;
Evitare contatti ravvicinati con persone che sono malate o che mostrino sintomi di malattie respiratorie (come tosse e starnuti); - Rimanere a casa se si hanno sintomi;
- Pulire e disinfettare oggetti e superfici che possono essere state contaminate.
Quando ci si deve preoccupare se si ha febbre e tosse?
A meno che una persona non sia stata in Cina o non abbia avuto contatti con qualcuno che è stato in Cina recentemente e si è infettato con il nCoV19, nel caso presenti tosse o raffreddore questi sono dovuti alle normali sindromi influenzali stagionali. Quindi una visita medica non è necessaria, tranne nel caso di tosse persistente o in presenza di altri sintomi come dolori al petto, difficoltà respiratorie o grave malessere.
Articolo a cura del Prof. Guido Castelli Gattinara
Responsabile Centro Vaccinazioni Dipartimento Pediatrico Universitario Ospedaliero Università Tor Vergata e Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Responsabile Servizio Infettivologia dell’Età Evolutiva Bios.
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