Allergia Alimentare: dai sintomi alla diagnosi. Piccola guida per i pazienti a cura del Dr. Battista Polillo Medico Chirurgo Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica
I cibi possono essere responsabili di reazioni avverse suddivisibili in due grandi gruppi: le reazioni di tipo allergico (mediate dal sistema immunitario) e le reazioni di intolleranza (non dipendenti da attivazione del sistema immunitario)
Le reazioni di tipo allergico
Per allergia alimentare si intende una risposta del sistema immunitario che si verifica in soggetti predisposti detti atopici, a seguito dell’esposizione a un determinato cibo (latte, uovo, merluzzo etc ) o a gruppi di alimenti con caratteristiche simili (nocciole, noci, Pecan; pesca, mela ciliegia). La prevalenza di allergia alimentare è relativamente bassa in quanto coinvolge il 2-3% degli adulti e il 6% dei bambini. I principali meccanismi immunologi implicati nell’allergia alimentare sono di due tipi: di tipo immediato (i più frequenti e comuni) a rapida insorgenza dopo l’introduzione del cibo (1-6 ore) e di tipo ritardato (rari e più frequenti nel bambino molto piccolo) a insorgenza tardiva dal pasto.
- I meccanismi di tipo immediato sono causati da una classe particolare di anticorpi, detti reagine o IgE, che, a differenza delle altre classi di anticorpi di tipo IgA, IgG e IgM, non sono proteggenti, in quanto riconoscono come estranee sostanze del tutto innocue come pollini, alimenti o farmaci. Una volta prodottisi, tali anticorpi si fissano a particolari cellule dell’organismo, i basofili, (che insieme a neutrofili ed eosinofili costituiscono i leucociti) e alle mast-cellule, presenti nella cute e nei diversi tessuti. Il successivo legame con l’allergene, pervenuto a loro diretto contatto attiva le reagine che, a loro volta, inducono le cellule a cui sono fissate a rilasciare una serie di sostanze infiammatorie (in primis istamina) responsabili dei sintomi clinici.
- I meccanismi di tipo ritardato sono causati da particolari cellule, i linfociti T, che invece di attivarsi contro virus o cellule tumorali riconoscono come estranee proteine innocue del latte, dell’uovo, del grano o del pesce. Le manifestazioni cliniche sono tipiche del bambino molto piccolo e si manifestano sotto forma di diarrea, talvolta con emissione di sangue, ritardo nella crescita, vomito a proiettile dopo ingestione dell’alimento. Più difficile è in questo caso l’accertamento diagnostico, che non si avvale degli importanti strumenti disponibili nelle allergie di tipo immediato. Le allergie di tipo ritardato tendono a risolversi spontaneamente con la crescita
Le caratteristiche cliniche delle reazioni allergiche
Le reazioni allergiche a un alimento si riproducono sempre a una sua successiva ingestione; talvolta, specie nel bambino, i sintomi possono essere correlati con il quantitativo di alimento ingerito: piccole quantità possono ancora essere tollerate mentre quantitativi maggiori inducono i sintomi.
In alcuni casi le reazioni allergiche per manifestarsi hanno la necessità di uno o più fattori favorenti e questi sono: sforzo fisico (palestra, passeggiata veloce o ballo); assunzione di farmaci antiinfiammatori (FANS) o consumo di alcool. Questo significa che alcuni pazienti possono presentare una reazione anche grave (orticaria diffusa o altro) solo se il cibo viene consumato entro sei ore dalla esposizione all’attività fisica e che possono invece tollerare lo stesso cibo in condizioni di riposo. Lo stesso dicasi nel caso di FANS o di alcool assunti contemporaneamente al cibo. Uno stato di allergia si instaura, di norma, dopo un periodo in cui l’alimento è stato ben tollerato, ma nei bambini molto piccoli l’allergia ad alcuni cibi come arachidi, nocciola o latte vaccino può anche verificarsi al primo contatto con il cibo e sebbene raramente anche in bambini allattati esclusivamente al seno.
Le manifestazioni cliniche di allergia alimentare
Le manifestazioni cliniche di allergia alimentare si presentano con sintomi di maggiore intensità rispetto alle altre reazioni di intolleranza. La sintomatologia mostra un’ampia variabilità passando da forme lievi a forme talmente gravi da mettere in pericolo la vita del paziente. I principali quadri clinici osservabili sono:
- La sindrome orale allergica (SOA) caratterizzata da prurito delle labbra e del faringe con necessità di grattamento e talvolta gonfiore delle mucose delle alte vie aeree. Insorge di norma immediatamente dopo l’introduzione dell’alimento, prevalentemente crudo. Il quadro clinico è solitamente lieve e passeggero
- L’orticaria con o senza angioedema in cui si ha la comparsa di pomfi pruriginosi e diffusi talvolta confluenti e edema sottocutaneo. Si distinguono forme limitate da altre di particolare intensità con tendenza alla confluenza dei pomfi. La terapia medica va sempre eseguita per contrastare i sintomi e rendere più breve il decorso
- Le manifestazioni a carico del canale intestinale come vomito a gettito (tipico del bambino) o dolore addominale con diarrea. Nelle forme più gravi possono essere presenti anche segni a carico di altri apparati (orticaria, difficoltà respiratoria). La terapia va sempre eseguita
- Le manifestazioni di tipo sistemico come l’anafilassi in cui è presente un interessamento di due apparati differenti (cute e canale intestinale; cute e apparato respiratorio etc), ipotensione arteriosa fino ai casi più gravi con shock e sensazione di morte imminente. Il quadro clinico è di estrema gravità e richiede la messa in atto di terapie tempestive a partire dalla somministrazione sottocute di adrenalina (auto-iniettore o altro), seguita da altri farmaci per via sistemica. Indispensabile il ricorso al 118 con eventuale ricovero in ambiente ospedaliero.
La necessità di un inquadramento clinico specialistico
La potenziale gravità clinica delle reazioni allergiche da alimenti rende indispensabile pervenire a una diagnosi certa, oggi possibile per la presenza di numerosi mezzi diagnostici. Conoscere quale è il tipo di alimento responsabile è indispensabile per programmare un opportuno regime dietetico. La dieta dovrà prevedere, nei casi gravi, l’esclusione rigorosa dell’alimento o degli alimenti incriminati e, nei casi più lievi, il loro mantenimento evitando solo i fattori di aggravamento che possono scatenare una risposta immunitaria (sforzo fisico, Fans, alcool).
E’ importante infatti sottolineare come l’eliminazione totale dalla dieta di alimenti, a cui si è solo lievemente allergici e che sono responsabili di reazioni minime, come il prurito del cavo orale (SOA), non è solo inutile ma anche controproducente. Un regolare consumo dell’alimento, in condizioni di sicurezza, infatti, può facilitare il raggiungimento di uno stato di tolleranza altrimenti realizzabile, mentre la sua esclusione per un lungo periodo può rendere più intensa una risposta a un successivo re-inserimento dello stesso alimento.
Gli alimenti responsabili di allergia e intolleranza
Gli alimenti in grado di determinare manifestazione allergiche o da intolleranza sono riportati nella seguente tabella
Cibi responsabili di Allergia (ordinati per frequenza nell’adulto e bambino) e Intolleranza | |||
Allergia | Intolleranza | ||
Adulto | Bambino | ||
Pesca | Latte e latticini | Latte e latticini | |
Crostacei | Uovo | Frumento e derivati | |
Arachide | Frutta secca | Fragole | |
Pesce | Pesce | Cioccolato | |
Frutta secca | Arachide | Legumi | |
Uovo | Crostacei | Molluschi | |
Latte e latticini | Pesca | Ananas, papaia |
Nell’adulto gli alimenti che con maggiore frequenza inducono allergia sono: le pesche a cui possono associarsi gli altri frutti appartenenti alle rosacee come mela, pera ciliegia, albicocca; i crostacei come gambero e scampo a cui possono associarsi, totani e vongole; le arachidi appartenenti alle famiglie delle leguminose con possibili estensioni a membri della frutta secca come noce, mandorla, pecan; i pesci con le lische (merluzzo, nasello etc); la frutta secca specie arachidi, nocciole e noci con possibile estensione a altri componenti della frutta secca o dei semi; l’ uovo e latte meno frequentemente essendo un’allergia tipica dell’infanzia che nel 85% dei casi recede con la crescita.
Nel bambino la situazione appare completamente capovolta e sono il latte e l’uovo a rappresentare gli allergeni più importanti e precoci.
Il latte, inoltre, oltre a dare reazioni di tipo immediato (le più frequenti e più facilmente diagnosticabili) può dare le reazioni di tipo ritardato già ricordate. L’uovo è un’altra fonte allergenica molto importante che può dare reazioni ad espressione clinica variabile. Alcuni bambini infatti possono tollerare senza problemi l’uovo cotto, mentre altri (allergici a una componente dell’uovo chiamato ovomucoide) non tollerano né l’uovo cotto né l’uovo crudo. Il pesce e il gruppo delle leguminose e frutta secca sono altri allergeni molto importanti in età pediatrica. Da ricordare come molte reazioni a questi due ultimi gruppi possa avvenire anche alla prima somministrazione.
Le modalità con cui si può diventare allergici a un alimento sono di due tipi diversi a seconda del tipo di allergene coinvolto e delle modalità di sensibilizzazione.
La sensibilizzazione di tipo primo
La sensibilizzazione di tipo primo avviene tramite la via intestinale e cutanea (specie nei soggetti con dermatite atopica) a seguito dell’ingestione o del contatto transcutaneo con allergeni contenuti negli alimenti o dispersi nell’aria domestica. La sintomatologia. In ogni caso, tende ad insorgere in età infantile e ad essere di grado medio-severo con tendenza alla persistenza nel tempo.
La sensibilizzazione di tipo secondo
La sensibilizzazione di tipo secondo si verifica nel 50% circa dei pazienti con allergia alimentare e avviene tramite la via respiratoria con l’inalazione di pollini di alcune piante come betulla, nocciolo, ambrosia e cipresso. I pollini infatti contengono diversi allergeni (BetV1, BetV2, ArtV1, Amb a1 etc) simili ad altri allergeni contenuti nella frutta del genere delle rosacee e della frutta secca, con la conseguenza che il soggetto allergico, specie nella stagione di fioritura, avrà sintomi orali allergici (SOA) anche al consumo di tali alimenti crudi. La sintomatologia tende ad insorgere in età adulta e ad essere di grado lieve.
La diagnostica allergologica: le molecole allergeniche
I grandi progressi degli ultimi anni hanno sensibilmente migliorato le nostre sulla struttura degli allergeni responsabili della sensibilizzazione, aumentando notevolmente le nostre capacità diagnostiche che oggi si avvalgono di numerosi test: in vivo (prick test con reagenti commerciali o cibi freschi) e in vitro (ricerca delle IgE specifiche con allergeni singoli come Immunocap o multipli come ISAC test o test di attivazione dei basofili BAT).
Ogni fonte allergenica (una pesca, il latte, un uovo o un’arachide etc) è un mix di allergeni diversi (chiamati molecole allergeniche) che hanno un differente significato clinico per quanto riguarda l’intensità dei sintomi che sono in grado di evocare e la persistenza nel tempo della sensibilizzazione nei loro confronti. Ogni allergene appartiene a una delle numerose famiglie finora identificate (PR-10, Profiline, LTP, proteine di deposito etc.) che, essendo spesso presenti in fonti allergeniche diverse, si rendono responsabili di reazione crociate. Un tipico esempio di tale fenomeno (detto di cross-reattività) è la sensibilizzazione nei confronti di noce e pecan in soggetti originariamente allergici alle arachidi o la sensibilizzazione alla carne bovina (poco cotta) dei soggetti allergici al latte. La risposta dell’organismo avviene infatti nei confronti di tutti quegli alimenti che contengono allergeni tra loro molto simili. La conoscenza della famiglia di allergeni ai quali si è sensibili è ancora più importante per definire la classe di rischio a cui il paziente appartiene; alcune famiglie di molecole, infatti, responsabili di reazioni potenzialmente gravi, mentre altre si associano solo a sintomi lievi e transitori.
Un quadro particolarmente complesso che necessita della presa in carico del paziente da parte di un allergologo con specifiche competenze nel campo
Presso il nostro Centro di Via Chelini 39 è attivo il servizio di allergologia pediatrica. Un servizio ritagliato sulle specifiche esigenze di bambini e ragazzi. Per informazioni: Cup Bios 06/809641