Cos’è l’autostima
L’autostima rappresenta il modo in cui ciascuno vede e giudica se stesso e corrisponde alla fiducia che ognuno ripone nelle proprie capacità e nel saper affrontare le proprie esperienze di vita. Rappresenta un elemento essenziale per il benessere psicologico dell’individuo, poiché consente un riconoscimento adeguato delle proprie risorse e dei propri limiti e prevede l’accettazione e il rispetto di se stessi.
L’autostima si basa su un rapporto tra l’autovalutazione dei propri successi (e dei propri fallimenti) nell’ambito delle aree ritenute importanti e le aspirazioni che il soggetto si pone.
Aspirazioni troppo alte possono comportare ricadute negative sulla percezione di sé, perché favoriscono obiettivi irrealistici, solitamente destinati all’insuccesso. Chi, nel corso del suo sviluppo, può realizzare se stesso e dare ascolto alle proprie potenzialità e ai propri limiti, ottenendo allo stesso tempo una considerazione non condizionata, avrà la possibilità di costruirsi una buona stima di sé e manterrà la tendenza a realizzarsi. Chi, invece, è costretto a rinunciare alla propria realizzazione personale per ottenere l’amore degli altri, non costruirà una scala interna di valutazione, ma dipenderà dal giudizio esterno.
L’autostima durante l’età evolutiva
L’autostima segue una linea di sviluppo durante l’età evolutiva. In preadolescenza, le implicazioni interpersonali, ovvero l’importanza di determinati aspetti di sé nell’interazione con gli altri, diventano un principio centrale del concetto di sé.
Attenzione: in preadolescenza è il periodo in cui l’autostima può toccare il livello più basso.
In adolescenza, gli ambiti del concetto di sé rilevanti per la valutazione dell’autostima sono soprattutto l’aspetto fisico, l’accettazione da parte dei coetanei, la competenza scolastica e/o sportiva, lo stile di comportamento individuale e la cognizione del proprio valore in generale. L’adolescente fa affidamento sia sui genitori sia sul gruppo dei pari per ricavare informazioni riguardo alle proprie competenze ma, d’altro canto, inizia a sviluppare una prima capacità d’introspezione. In questa fascia d’età avere un buon livello di autostima diventa centrale, in quanto permette al ragazzo di costruire un’immagine positiva di sé, di relazionarsi con i compagni, di tollerare eventuali frustrazioni o fallimenti e di affrontare le situazioni nuove con fiducia.
L’adolescente con bassa autostima
- potrebbe apparire insicuro, rinunciatario e passivo, oppure al contrario irritabile, spavaldo e aggressivo
- reagisce male alle critiche e le vive come attacco alla persona
- ha una scarsa tolleranza alle frustrazioni e agli insuccessi
- tende a sottovalutare le sue capacità e risorse
- appare ansioso e pessimista
Un genitore come può sostenere l’autostima del figlio adolescente?
- Comunicare accettazione e fiducia nelle sue potenzialità, nelle sue opinioni e nei suoi punti di forza
- Offrire ascolto e condivisione emotiva, restituendo valore ai suoi vissuti, ai suoi atteggiamenti, alle sue emozioni e alle sue parole
- Evitare giudizi, elogi eccessive, paragoni, aspettative irrealistiche
- Sostenerlo nel percorso verso l’autonomia, nella ricerca delle proprie aspirazioni e nella formazione delle proprie opinioni
- Incoraggiarlo a perseguire obiettivi realistici
- Valorizzare l’impegno e non il risultato raggiunto
- Aiutarlo ad assumersi le responsabilità delle proprie vittorie e delle proprie sconfitte, in modo che possa sentirsi regista e protagonista attivo della sua vita e non vittima di eventi esterni
- Avvalorare il concetto che non è necessario essere perfetti per essere amati e riconosciuti
Articolo a cura della Dr.ssa Rossella Aromando, Psicologa e Psicoterapeuta Specialista in terapia relazionale integrata
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