L’infanzia è un periodo meraviglioso e magico, determinante per lo sviluppo della persona e per questo molto delicato. E’ un periodo in cui si plasma con grande plasticità la graduale acquisizione di quelle competenze psicomotorie, emozionali e cognitive, che faranno dei bambini degli adulti consapevoli. Nel delicato percorso di crescita a volte si possono presentare problematiche più o meno gravi. Per riconoscerle e intervenire tempestivamente, abbiamo chiesto al dott. Nicola Specchio, Coordinatore del Servizio Neuropediatria e psicologia clinica dell’età evolutiva della Diagnostica Pediatrica Bios Spa, quali possono essere le cause e soprattutto come e quando è meglio intervenire.
Come si fa a riconoscere un bambino con disturbi neurologici?
“I disturbi neurologici in età pediatrica si possono manifestare con differenti e numerosi sintomi e segni.Nell’ambito della valutazione neurologica si pone attenzione primariamente allo sviluppo motorio e cognitivo del lattante ed alle tappe di sviluppo fino all’età scolare. Lo sviluppo psicomotorio ha delle tappe regolari che, se disattese, possono essere indice di un disturbo neurologico. L’attenzione del clinico è rivolta verso l’osservazione dello sviluppo del lattante, soprattutto verso lo sviluppo motorio e verso l’interazione con il genitore.
I segni comportamentali si possono manifestare a qualsiasi età, ma per lo più in età scolare o pre-scolare, per esempio, bambini con disturbi di apprendimento spesso presentano disturbi di tipo attentivo e disturbi di comunicazione. I disturbi di apprendimento lievi o moderati, generalmente, non sono individuati fino all’età scolare, quando il bambino si trova a dover esprimere sé stesso in rapporto al rigore dell’apprendimento scolastico.
La maggior parte dei bambini con disturbi di apprendimento non presenta deficit neurologici o ritardo di sviluppo neurologico; spesso in tali bambini si evidenziano esclusivamente disturbi della motilità spontanea o della coordinazione motoria. I disturbi precoci di apprendimento vengono in genere individuati principalmente per un’incapacità nell’apprendimento associativo – come nel nominare i colori, contare, nominare le lettere. I disturbi o i ritardi nell’espressione linguistica o nella comprensione sono segni predittivi di disturbi potenziali in periodi successivi a quello prescolastico. Altri segni precoci di difficoltà dell’apprendimento possono essere riscontrati in bambini con tempi brevi di attenzione, irrequietezza motoria, facile distraibilità, limitata scorrevolezza verbale, disturbi nella percezione e produzione dei discorsi, scarsa memoria, disturbi della motilità fine – difficoltà nello scrivere in stampatello o nel copiare- e variabilità nel tempo delle capacità del comportamento. Un successivo capitolo sono i disturbi neurologici che sottendono la ricorrenza di convulsioni febbrili, di mal di testa e di epilessia – i quali molto spesso hanno un decorso favorevole. Tutti questi disturbi dovrebbero essere diagnosticati precocemente in modo da consentire un adeguato trattamento e un’adeguata informazione ai genitori in modo da ridurre al massimo lo stato di ansia che è vissuto nell’ambito familiare”.
Quali sono le più frequenti tipologie di disturbi?
“I disturbi più frequentemente riscontrati sono quelli legati all’occorrenza di manifestazioni parossistiche non epilettiche che avvengono nel primo anno di vita. Nel corso della crescita è possibile riscontrare mal di testa ed epilessia. I principali problemi riguardano lo sviluppo dell’intelligenza, dell’apprendimento, dell’udito, della coordinazione motoria. Più rari, fortunatamente, sono i disturbi più gravi: come l’autismo, le forme severe di epilessia, le difficoltà a camminare autonomamente”.
Quali possono essere le cause?
“Le cause sono le più eterogenee, da minimi distress respiratori in occasione della nascita a cause genetiche o alterazioni del normale sviluppo cerebrale. Nella maggior parte di questi bimbi la causa rimane sconosciuta e legatala a un setting ambientale che può predisporre il bambino allo sviluppo di problemi attentivo comportamentali. In molti dei bimbi che vengono valutati, l’utilizzo di strumenti come la terapia riabilitativa o in rari casi farmacologica determina una competa risoluzione del quadro clinico”.
Come è meglio intervenire?
“Nei primi anni di vita il cervello è dotato di grande plasticità, per cui avere una diagnosi in questo periodo della vita, permette di porre rimedio ai più diffusi disturbi del sistema nervoso centrale in età infantile. Anticipare il riconoscimento della malattia in modo accurato, così da impostare un programma di recupero personalizzato e veloce, è l’obiettivo che noi ci prefiggiamo in modo da offrire le migliori potenzialità di guarigione. In situazioni molto specifiche e peculiari l’utilizzo di terapie farmacologiche è di fondamentale supporto all’ottenimento della guarigione”.
Abbiamo parlato dei possibili problemi che possono manifestarsi in età evolutiva, ma anche i genitori talvolta avrebbero bisogno di sostegno … (domanda per introdurre e accennare al corso su genitorialità)
“Il disagio deve essere colto, ascoltato, compreso ed è più facile che questo avvenga se esiste una rete di supporto familiare e sociale che aiuta i genitori ad affrontare la cura del bambino. Se supportati, i genitori si sentono incoraggiati, meno soli, meno colpevoli, meno giudicati. Se stimolati al riconoscimento reciproco, alla cooperazione, alla divisione dei compiti, diventano capaci di aiutarsi l’un l’altro e di costruire una relazione affettiva autentica con il bambino. I genitori devono essere sostenuti in un processo di cura, che metta da parte un atteggiamento direttivo e pedagogico e che privilegi l’ascolto empatico dei bisogni profondi e dei reali problemi della persona con problematiche. A tal fine abbiamo istituito un corso di genitorialità che prevede l’avvicendarsi di diverse figure professionali utili nel supporto e nella “gestione” del nuovo nato, in modo da consentire alla famiglia di vivere le nuove esperienze con serenità e felicità”.
IL SERVIZIO
Il servizio di Neuropediatria Psicologia Clinica Età Evolutiva è stato realizzato al fine di assicurare a famiglie e pediatri un supporto altamente professionale nella valutazione del bambino con apparenti problematiche di ordine neurologico e psicologico. Non tutti i disturbi della relazione o più in generale della comunicazione, infatti, sono riconducibili a problematiche di ordine neurologico o neuropsichiatrico, ma possono essere indice di semplici difficoltà, tali comunque, da incidere in maniera negativa sul successivo sviluppo. La valutazione è affidata ad una equipe di professionisti altamente qualificati nelle specifiche aree d’intervento, coordinati dal dr. Nicola Specchio, neurologo. Il servizio è strutturato in modo da garantire percorsi assistenziali basati, sia nella fase diagnostica che in quella terapeutica, sui più aggiornati protocolli scientifici. Un servizio che non si sostituisce al pediatra, ma che lo affianca con medici specialisti in: neurologia, neuropsichiatria, psicologia, valutazione neuropsicologica, valutazione neuropsicomotoria, elettroencefalogramma da veglia e da sonno.
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