Falsa inappetenza
A partire dal secondo anno di vita il bambino cresce meno e quindi, in proporzione, mangia meno. I genitori devono accettare serenamente questo cambiamento e non adottare atteggiamenti controproducenti del tipo “lo costringo per il suo bene” con il pericolo di far odiare al bambino il momento del pasto, oppure “purché mangi, gli do quello che vuole”, con il rischio di spingere verso un’alimentazione selettiva e di provocare squilibri nutrizionali.
Spesso, si finisce per considerare inappetente il bambino solo perché non mangia la quantità di cibo stabilita per lui.
Se il pediatra conferma che la crescita di vostro figlio è regolare, cercate di adottare delle regole di comportamento per far sì che la tavola non diventi un terreno di scontro e il cibo un’arma di ricatto. Ecco alcuni consigli utili:
- Non forzatelo a mangiare controvoglia: serve solo a innescare un cattivo rapporto con la tavola. La sola vista del cibo può scatenare infatti una sensazione di nausea e rifiuto, così un falso problema di inappetenza si trasforma in inappetenza reale!
- Non trasformate il cibo in un premio: “se mangi la carne poi ti do una caramella”, in questo modo confermate la convinzione che la carne non è buona mentre la caramella sì.
- Non trasformate il cibo in un castigo: “se non mangi non vedi i cartoni in televisione”, rischiate di fargli vivere con ansia il momento del pasto.
- Non riproponete dopo mezz’ora un pasto rifiutato in precedenza: se continua a mangiare irregolarmente avrà sempre meno appetito al pasto successivo.
- Se rifiuta una pappa non preparatene subito un’altra, ma saltate al pasto successivo: convincetevi che anche saltare un intero pranzo non è dannoso per il bambino.Anche un bambino in buona salute non sempre ha lo stesso appetito: come per noi adulti, l’appetito può variare da un pasto all’altro (soprattutto se si ha mangiato più del necessario) o da un giorno all’altro.
- Non lasciatevi ricattare: se vostro figlio si rende conto che non mangiando ottiene ciò che vuole e che voi siete disposti a tutto pur di vederlo mangiare, abuserà del proprio potere e ogni pasto diventerà un “mercanteggiamento”. • Per accontentarvi il bambino potrebbe anche rassegnarsi a mangiare senza appetito: vostro figlio vi farà felice, ma a lungo andare il mangiare al di sopra delle proprie esigenze lo porterà a un cattivo rapporto con il cibo, con tutte le conseguenze del caso. Ne vale la pena?
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articolo tratto da “Il bambino nella sua famiglia” Guida pratica per genitori a cura della SIP