Deficit di ormone della crescita
Nell’ambito delle patologie endocrine la fase di transizione acquisisce una connotazione particolare nel caso nel deficit dell’ormone di crescita (Growth Hormone Deficiency, GHD). Non si tratta soltanto del passaggio di una condizione patologica dalle cure del pediatra endocrinologo a quelle dell’endocrinologo dell’adulto ma, durante la fase di transizione nel deficit di ormone di crescita avvengono specifici adattamenti endocrini e metabolici che richiedono un approccio diagnostico e terapeutico specifico finalizzato a tale fase.
Possiamo infatti definire la transizione del deficit di ormone di crescita come il periodo compreso tra il completamento dello sviluppo auxologico, con il raggiungimento della statura finale e l’età del giovane adulto, nella quale si raggiunge la “stabilizzazione” di vari processi maturativi metabolici ed endocrini:
- massa ossea
- composizione corporea
- asse gonadico
- funzione riproduttiva
che continuano nei 6-7 anni seguenti fino al raggiungimento della statura finale. In linea generale, possiamo dire
che la fase di transizione comprende ragazzi tra i 16 e i 25 anni. Generalmente si è portati a pensare che con la fine della crescita non sia più necessario il trattamento con ormone della crescita. In realtà, come osservato, l’ormone della crescita non ha un’azione solo sull’accrescimento lineare, ma svolge una specifica azione anche a livello del metabolismo osseo, delle gonadi, del metabolismo lipidico e glucidico. Questi metabolismi “maturano” proprio durante il periodo di transizione.
Eventuali complicazioni
Occorre sapere che i soggetti con deficit di ormone di crescita trattati durante l’infanzia e l’adolescenza che hanno terminato la crescita, ma che mantengono il deficit , presentano riduzione della massa ossea, aumento della massa grassa, ridotta funzione cardiaca e della performance fisica e cognitiva; inoltre, presentano un aumento del colesterolo totale e LDL e un peggioramento della qualità di vita. Dunque, per quanto osservato, la fase di transizione rappresenta un periodo critico per la possibile insorgenza delle alterazioni metaboliche dovute al deficit. L’esperienza clinica evidenzia comunque che il 20-30% dei casi di deficit di mantiene tale deficit anche nel periodo della transizione, nel senso che la maggioranza dei soggetti affetti di natura idiopatica normalizza la secrezione ormonale.
Cosa fare?
Da qui la necessità di un’attenta valutazione della secrezione dell’ormone della crescita anche dopo il raggiungimento della statura finale, per l’identificazione di quei soggetti con persistenza del deficit. Si tratta per lo più, in questi ultimi casi, di soggetti che hanno manifestato un grave deficit di GH durante l’infanzia, associato o meno ad altri deficit ormonali ipofisari, per cause genetiche, alterazioni strutturali dell’asse ipotalamo-ipofisario, tumori del sistema nervoso centrale, irradiazione cranica (questi casi, se non vengono trattati, presentano le suddette
alterazioni). Dunque è importante rivalutare la secrezione dell’ormone della crescita in tutti i casi al raggiungimento della statura finale.
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Articolo tratto da: “Dal Pediatra al Medico Adulto” – guida pratica per le famiglie a cura della SIPPS