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incontinenza urinaria bambini

Il problema dell’incontinenza urinaria diurna o notturna colpisce il 20% della popolazione in età pediatrica. Occorre prestare molta attenzione perché non si tratta solo di un problema sociale, in quanto in alcuni casi è la spia di infezioni delle vie urinarie o di anomalie che possono portare anche a possibili danni futuri della funzione renale.
Per accompagnare i genitori e i bambini verso una serena risoluzione del problema, abbiamo raggiunto il dott. Giovanni Mosiello, Specialista in Urologia e Chirurgia Pediatrica, del team Diagnostica Specialistica Pediatrica Bios, già  Responsabile di Alta Specializzazione di Neuro-Urologia presso l’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù, il quale innanzitutto ci ha spiegato che cos’è l’incontinenza urinaria nei bambini e poi come meglio risolverla.

“L’incontinenza urinaria è una perdita involontaria di urine, perdita che può variare da poche gocce a tutto il contenuto della vescica. L’Incontinenza urinaria è un problema molto comune nei bambini, con un’incidenza che arriva quasi al 20%, anche se molto spesso non riconosciuta e sottovalutata, con il risultato che pochi bambini riescono ad avere una soluzione completa al loro problema”.

Dott. Mosiello l’incontinenza urinaria nei bambini può presentarsi sotto forme diverse, più o meno gravi: l’incontinenza funzionale e l’incontinenza organica, quali sono le differenze?

“L’incontinenza organica, che è la più grave ma per fortuna più rara, è causata da una malformazione congenita o da un danno acquisito, delle strutture  dell’apparato urinario o del sistema nervoso. Questa ultima viene descritta come vescica neurogena. Nei casi di incontinenza funzionale, che è invece molto frequente, ma molto meno grave, le strutture del basso apparato urinario ( vescica/uretra/sfintere) e la loro innervazione sono normali, ma hanno un non corretto funzionamento, che porta alla incapacità di controllare e trattenere l’urina. L’incontinenza funzionale viene a sua volta suddivisa in disturbi diurni ed enuresi”.

Quali sono i fattori che possono causarla?

“Le cause organiche sono riconducibili a malformazioni congenite per fortuna rare quali estrofia vescicale, valvole dell’uretra posteriore, ectopia dell’uretere. Le cause neurogene sono causate da malformazioni del sistema nervoso centrale, come la spina  bifida, o da danni acquisiti come lesioni traumatiche  o le gravi sofferenze cerebrali alla nascita. Le infezioni delle vie urinarie, il reflusso vescico ureterale o le infezioni genitali  possono causare incontinenza funzionale. Per quanto riguarda le cause  diurne i fattori scatenanti più frequenti  sono una cattiva educazione minzionale e errate abitudini che possono portare ad una  vescica iperattiva o una minzione disfunzionale .Ancora una vita sedentaria, obesità, errati comportamenti alimentari o disfunzioni dell’intestino sono fattori favorenti. L’enuresi invece vede alla base una alterata produzione di urine durante la notte o una vescica iperattiva o una difficoltà al risveglio. Discorso a parte meritano le disabilità cognitive spesso associate a incontinenza urinaria o ad un alterato svuotamento della vescica, come nei bambini autistici, iperattivi, con deficit dell’attenzione, con ritardi psicomotori, sindrome di Down, sindrome di Williams”.

Quali sono i sintomi che i genitori devono conoscere e monitorare?

“E’ importante che la famiglia e il bambino sappiano riconoscere l’incontinenza e le disfunzioni correlate e che ne parlino tra di loro e con il pediatra, avendo coscienza del fatto che  è possibile dare una risposta al problema. E’ importante capire quando l’incontinenza diventa un problema: il normale controllo diurno della vescica matura di solito tra i 2 e i 3 anni di età , mentre per la notte è giusto preoccuparsi dopo i 5-6 anni. Poi è importante accorgersi dell’incontinenza: se infatti il problema notturno è quasi sempre molto evidente per il letto bagnato, ma è altrettanto importante notare le piccole perdite diurne,controllare ad esempio la biancheria intima. E’ importante notare come il bambino  fa la pipì, questo vale sia per le femmine ( posizione sul water o se bagna la tavoletta) che per i maschi (controllare come è il getto). Anche odore e colore della pipì possono essere importanti. E’ importante inoltre notare quante volte i bambini vanno in bagno , frequenza , urgenza, se tendono a trattenerla troppo, il tempo che impiegano. Un dato importante è la ricomparsa  dell’incontinenza un bambino che aveva tolto il pannolino”.

Enuresi notturna e incontinenza diurna: come devono comportarsi i genitori?

“Una delle chiavi del successo nella cura dell’incontinenza è quella di rendere il bambino parte attiva, ottenere una sua collaborazione motivata. E’ quindi inutile e forse dannoso  cominciare un percorso diagnostico-terapeutico se non c’è  volontà di risolvere il problema o quando questo non è sentito come tale. Come detto sopra ci sono dei tempi fisiologici medi, ma poi ogni bambino ha i suoi tempi perché ogni bambino è unico e questi tempi vanno tenuti da conto. Altra cosa importante è quella di non colpevolizzare il bambino, per lui il disagio può essere già forte ( ad esempio perché deriso perché puzza o si bagna),  i genitori devono sostenerlo e non farlo sentire solo. Una corretta educazione minzionale, che significa lavorare su come fare la pipi, è molto importante, sia nei maschi che nelle femmine, così come quando farla e cioè  imparare ad andare in bagno regolarmente ogni 2-3 ore, di non trattenerla in eccesso, di imparare a fare tutta la pipì, e non svuotare solamente quella quantità sufficiente per non avere più lo stimolo di urgenza.
Per i bambini andare in bagno è una perdita di tempo, hanno cose più interessanti da fare come giocare con i compagni, telefonino, etc. I bambini devono essere anche educati a corrette abitudini alimentari e a idratarsi in maniera regolare e continua: il paradosso è quello di un bambino che beve poco per tutto il giorno poi la sera prima di andare a letto , andando in bagno per lavarsi i denti si  beve 3-4 bicchieri di acqua. Ancora il bambino deve essere educato al sonno: il bambino  ha bisogno di dormire e non può fare la vita di un adulto perché non è un adulto”.

Come interviene lo specialista pediatrico in caso di incontinenza urinaria?

Il Pediatra di famiglia non sempre ha gli strumenti per affrontare il problema ma è sempre giusto coinvolgerlo per cercare di inquadrare al meglio il problema e capire insieme se è necessario l’intervento di uno specialista. Una buona parte dei casi di incontinenza urinaria funzionale possono essere infatti gestite con il pediatria curante mentre l’urologo pediatra deve essere coinvolto solamente nei casi di incontinenza organica e neurogena e nei casi di incontinenza funzionale, diurna o notturna, che non rispondono ad una terapia di primo livello. Ogni forma di incontinenza ha una sua specifica terapia, terapie oggi ben standardizzate e codificate da linee guida internazionali. Problema importante è la scelta dell’urologo pediatra: in Italia questo è difficile perché in realtà gli urologi pediatri sono pochissimi, mentre la maggior parte di quelli che si qualificano come tali sono solamente dei chirurghi pediatri che lavorano e operano bambini per patologie urologiche. Non è solo una questione di titoli o percorsi formativi ma di esperienza, competenze e capacità professionali. Il bambino con incontinenza deve essere visto da un urologo che deve essere un urologo pediatra, per affrontare correttamente il problema, fare una corretta diagnosi, che nella maggior parte dei casi si può fare senza esami invasivi, e fare una corretta terapia.  La terapia della continenza può essere educazionale, comportamentale, riabilitativa, farmacologica, magari utilizzando procedure mini-invasive quali la neuro modulazione, o chirurgica. E’ necessario confrontarsi quindi con una persona che abbia capacità di utilizzare tutti gli strumenti terapeutici possibili al fine di pianificare un corretto piano terapeutico per il singolo bambino e guarirlo da un problema che troppo spesso si trascina nell’età adulta.

 

Per ricevere maggiori informazioni o richiedere un consulto, si può contattare il CUP Bios

allo 06/809641